giovedì 10 settembre 2009

Nuova luce sul mistero della nascita della Luna.

La Luna svela, ma solo in parte, i misteri della sua formazione. Studi geochimici sulla composizione della crosta delle zone più alte della Luna, gettano, infatti, una nuova luce sui processi di formazione dell'antico oceano di roccia fusa, che un tempo ricopriva la superficie lunare, e la formazione e evoluzione della Luna stessa.

Un gruppo di scienziati della Japan Aerospace Exploration Agency, Kanagawa, Giappone, riferiscono su Nature di domani, di aver messo a punto, in zone chiave, mappe della crosta che ricopre gli altipiani lunari, per definire meglio la composizione dell' antico oceano di magma.

Come si è formata la Luna? Le teorie sono tante, ma tra queste la più accreditata è quella del grande impatto (1975 William K. Hartmann e Donald R. Davis) tra il nostro pianeta, ancora in formazione, e un planetoide, Theia, che si sarebbe accresciuto progressivamente inglobando i planetesimi e i detriti che occupavano in gran numero le regioni interne del Sistema Solare poco dopo la sua formazione. Quando, 34 milioni dopo la formazione della Terra, la massa di Theia divenne troppo elevata per restare in equilibrio (nel punto di Lagrange), il piccolo corpo precipitò verso il nostro pianeta colpendolo.

Distruggendosi, Theia proiettò il 2% dei suoi frammenti nello spazio circostante, formando un anello di polveri, mentre metà della sua massa si aggregò, insieme ad una porzione significativa del mantello terrestre espulsa con l'impatto, per formare la Luna in un processo che durò un secolo.

A causa di questo evento catastrofico, si sprigionò un'enorme energia che all'inizio fuse completamente molta parte della roccia lunare. In seguito, dopo la cristallizazione dei plagioclasi, la crosta rocciosa si solidificò. Questa è la conclusione alla quale sono arrivati gli scienziati giapponesi, ma l'esatto meccanismo che portò alla formazione della crosta lunare rimane ancora sconosciuto.

Makiko Ohtake, coordinatore dello studio, e colleghi, utilizzando i dati ottenuti con la spettrografia di riflettanza, lo strumento che ha volato a bordo della sonda Selene, hanno prodotto la prima immagine chiara e ad alta risoluzione della composizione della crosta lunare, scoprendo che le rocce degli altopiani hanno una composizione che è quasi del 100% di plagioclasi, più alta di quanto ci si aspettava. Sulla Terra la percentuale di plagioclasi è quasi del 50%. Il risultato, secondo i ricercatori, costituisce un vincolo importante per lo sviluppo di futuri modelli sull'evoluzione dell'oceano di magma lunare.

fonte apcom - http://www.apcom.net

Nessun commento:

Posta un commento