lunedì 31 agosto 2009

Quanto ci influenzano i colori ce lo spiegano gli anagrammi

Un gioco di parole per replicare online i risultati di una ricerca scientifica. E' l'esperimento di NewScientist che testa le reazioni dei lettori ai diversi cromatismi. Due le tonalità che si contendono lo scettro: il rosso e il blu. In premio per i partecipanti un diploma virtualedi LARA GUSATTO


Quanto ci influenzano i colori
ce lo spiegano gli anagrammi

Il diploma virtuale rilasciato da NewScientist al termine del test

QUINDICI parole da 5 lettere da anagrammare in 5 minuti. Non un semplice passatempo, ma il tentativo di replicare online i risultati di una ricerca di laboratorio. L'esperimento è condotto dalla rivista NewScientist. Gli studi sull'influenza dei colori nei comportamenti umani hanno prodotto risultati contrastanti. Il colore rosso, percepito come dominante, porta le persone a concentrarsi oppure a fallire nei test cognitivi? Per scoprire quale tonalità migliora le capacità dei lettori, il giornale scientifico ha ideato una prova online, fattibile da chiunque possieda una conoscenza elementare dell'inglese. I risultati verranno resi noti non appenna abbastanza persone avranno partecipato all'esperimento.

Come mettersi alla prova. Collegandosi al sito di NewScientist e cliccando sull'articolo "Winners wear red" apparela richiesta di partecipare alla prova, che la stessa rivista ammette non essere troppo "rigorosa". Basta inserire il nome o username e la password "newscientist". Appariranno uno alla volta 15 anagrammi da risolvere in 5 minuti. Le parole sono elementari, quindi per cimentarsi occorre una conoscenza base dell'inglese. Alla fine verrete valutati, e vi sarà indicata la ricerca che la rivista vuole replicare. Come premio, inoltre, un diploma virtuale con riportato il vostro voto. Se volete mettervi alla prova, aspettate però a leggere il resto dell'articolo, potrebbe falsare il risultato.

Il vincitore veste di rosso. L'ultima ricerca risale allo scorso anno. Gli psicologi dello sport dell'Università di Münster, in Germania, hanno sottoposto dei video clip di incontri di taekwondo a 42 arbitri. In questa arte marziale i due combattenti sono identificati da due colori: uno rosso e l'altro blu. Agli arbitri sono poi stati fatti rivedere i filmati, ma manipolati digitalmente in modo che i colori risultassero invertiti. Risultato? Il combattente rosso veniva premiato con una media del 13% in più di punti rispetto a quando indossava la pettorina blu. D'altronde l'influenza dei colori nello sport è stata per la prima volta scoperta qualche anno fa, quando gli antropologi Russel Hill e Robert Barton dell'Università di Durhan, in Gran Bretagna, analizzarono i punteggi ottenuti dai concorrenti di alcuni sport olimpici (pugilato, taekwondo, lotta greco-romana e lotta libera) in cui ai combattenti viene assegnato casualmente o il colore rosso o quello blu. Il 55% degli attacchi è stato vinto dal rosso, e la percentuale arriva al 62% di vittorie nel caso di una lotta serrata. Una deviazione statisticamente significativa secondo Barton: "Quando capacità e forza erano simili, a far pendere l'ago della bilancia è stato il colore". L'arbitro quindi percepiva il rosso come colore dominante, più aggressivo e forte.

Il rosso nei test di Q.I. L'esposizione al rosso non ha effetti solo sui combattimenti. Anche le abilità cognitive ne sono influenzate. In diversi studi, Andrew Elliot dell'Università di Rochester, New York, li ha testati. Nel primo esperimento ai volontari è stato chiesto di sottoporsi ad un test di intelligenza della durata di 5 minuti. A ciascuno è stato assegnato un numero scritto sul foglio della prova, per alcuni rosso, per altri nero; i volontari con il numero in rosso hanno totalizzato un punteggio inferiore. La tinta porpora, anche se vista solo per pochi secondi, renderebbe le persone più timide. A 67 studenti Elliot ha chiesto di guardare in una cartellina, per alcuni la colorazione del fondo era rossa per altri verde. Poi è stato detto agli allievi di recarsi nell'aula accanto. Sulla porta c'era un cartello con la scritta "Per favore bussare". Coloro che avevano visto la cartellina con il fondo rosso bussavano meno volte e in maniera più pacata degli altri. Sempre in un altro test di Elliot ai partecipanti sono stati messi dei sensori di movimento. Seduti davanti ad un computer, quando lo schermo diventava rosso piuttosto che verde o grigio, i volontari si allontanavano dal pc. "Ciò dimostra che a un livello molto elementare, il corpo è portato a scappare dal rosso" conclude Elliot. Secondo lo studioso l'equazione elementare che caratterizza i colori è "rosso uguale pericolo". Inoltre i soggetti sottoposti alla visione del colore purpureo presentano una maggiore attività nella corteccia frontale destra del cervello ossia nella zona associata all'emotività. Nelle ricerche di Elliot, il rosso porta i soggetti ad agitarsi e quindi a sbagliare.

Risultati controversi. Problema risolto? Tutt'altro. A risultati opposti sono giunti Ravi Mehta e Juliet Zhu, della Sauder School of Business dell'Università della British Columbia di Vancouver, Canada. Secondo la loro ricerca il rosso, percepito come "pericolo", favorisce l'attenzione, mentre il blu la creatività. NewScientist ha quindi deciso di verificare le prove sostenute in laboratorio da Elliot. La replica forse non metterà la parola fine alla controversia sui colori, ma almeno avrete un attestato di NewScientist da sfoggiare con gli amici.
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