mercoledì 19 agosto 2009

I dieci errori madornali dell’hitech


La webzine PcWorld stila una lista delle dieci mancate opportunità dell’industria tecnologica

MILANO – A volte basta una circostanza mancata, una svista o una scarsa lungimiranza e tutto va diversamente da come avrebbe potuto andare. Succede in qualsiasi settore, ma accade più che mai nella tecnologia, dove la capacità di vedere lontano è determinante. Ecco alcune storie di persone che hanno avuto molto fiuto e molta fortuna e di altre che non ne hanno avuto per nulla.

QUELLA VOLTA CHE YAHOO PERSE FACEBOOK – Correva l’anno 2006, Facebook già esisteva ma era semplicemente un sito di social network (concetto che in pochi al tempo masticavano) con 8 milioni di utenti, mentre MySpace aveva già al suo seguito 100 milioni di iscritti. Yahoo offrì al tempo 1 miliardo di dollari per aggiudicarsi la promettente creatura di Mark Zuckerberg. «Prendi il denaro e vai, Mark», disse il Ceo, Terry Semel. Ma proprio in quel periodo Yahoo si trovò in cattive acque, dovette rivedere alcuni investimenti e ritrattò l’offerta. Non l’avesse mai fatto…Oggi TheFacebook (così era noto inizialmente) è stimato intorno ai 15 miliardi di dollari.

L’IPOD E L’INGEGNER TONY FADELL – La gente pensa che sia stato Steve Jobs ad aver inventato l’iPod. In realtà il grande merito di Jobs fu semplicemente quello di aver detto «sì» a Tony Fadell, l’ingegnere che ebbe l’idea originaria. Anthony «Tony» Fadell fu infatti il primo a pensare di poter raccogliere tutta la libreria musicale di una persona in un solo dispositivo mobile con hard disk. Nel 2000 Fadell provò a proporre la sua intuizione a RealNetworks, per la quale lavorò qualche settimana dopo aver tentato di fondare la start up Fuse. RealNetworks snobbò la proposta e Tony Fadell andò a lavorare per Apple, dove trovò un terreno molto fertile per il suo progetto musicale. Non a caso divenne Senior Vice President della divisione iPod di Apple e, anche se recentemente si è dimesso, fino a non molto tempo fa veniva indicato anche come potenziale successore di Jobs a Cupertino.

«Alto» di Xerox, precursore dei moderni computer
«Alto» di Xerox, precursore dei moderni computer
SI CHIAMAVA ALTO, DI XEROX –
Nacque nel 1973 dalle menti dell’Xerox PARC. Alto viene oggi considerato il vero padre dell’attuale computer e fu pionieristico nell’interazione uomo-macchina. Ma Xerox quasi non sapeva che farsene di quel capolavoro, non esistendo ancora un mercato di riferimento e alla fine Alto non fu mai commercializzato e fu distribuito e regalato alle università e ai centri di ricerca. Rimase un concept computer, ma fu il primo a utilizzare la metafora della scrivania per la shell del sistema operativo. Pochi se lo ricordano. Ma sicuramente lo ricorda bene Steve Jobs (ancora lui), che nel 1979, come sostiene la leggenda, si recò a far visita allo Xerox PARC. Vide Alto e fu subito amore. Tanto che si ispirò proprio a lui per il suo Mac.

GOOGLE PRIMA DI GOOGLE – Si chiamava Open Text Web Index. Fu il primo tra i primi a proporre, agli inizi degli anni 90, qualcosa di simile a un motore di ricerca. E diventò famoso soprattutto per non aver capito quanto il futuro andasse in quella direzione. Un paio d’anni prima che nascesse la grande G iniziò a occuparsi d’altro (in particolare di content management), lasciandosi alle spalle il «search», business considerato marginale.

QUANDO MICROSOFT SALVÒ APPLE – Ci furono anni decisamente bui per la mela morsicata e a salvarla fu proprio la sua eterna rivale, Microsoft. Si calcola che solo nel ’95 la società avesse perso ordinativi per oltre un miliardo di dollari. Forse le difficoltà iniziarono proprio a causa di quel dorato isolamento in cui si era chiusa: per molto tempo chiunque volesse usare il sistema operativo di Apple doveva comprare un computer di Apple. Fu Michael Spindler ad aprire le porte ai cloni, concedendo a società come PowerComputing e Radius la possibilità di creare computer Mac compatibili. I cloni non funzionarono e se non ci fosse stata l’azienda di Gates ad investire nella mela 150 milioni di dollari forse oggi Apple non esisterebbe più. Quella, secondo i cinici, fu mancata occasione di Microsoft: lasciare affogare Apple.

IL BUSINESS DELLA MUSICA E ALTRI ESEMPI - Altre furono le occasioni mancate, non ultima, come osserva PcWorld, quella dell’industria musicale in generale. In sostanza dalle ceneri di un’idea geniale come fu Napster avrebbe potuto nascere qualcosa di meglio e di diverso. Quella della musica e del file-sharing è stata una rivoluzione sprecata e incompresa.

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