martedì 6 ottobre 2009

Televisori sempre più "Verdi" e in 3D

Si è aperto a Tokyo, in Giappone, il Ceatec. I produttori di tv concordi: apparecchi sempre meno inquinanti per costruire la "rivoluzione verde". Con un occhio di riguardo alle esigenze di Hollywooddi JAIME D'ALESSANDRO


Ecocompatibile e in 3D E' il televisore del futuro
TOKYO - "La rivoluzione verde sarà più profonda sia di quella industriale sia di quella portata dai computer". Fumio Otsubo, a capo della Panasonic, una delle aziende più importanti al mondo nel settore dell'elettronica di consumo, usa toni apocalittici e frasi a effetto. E nel suo discorso inaugurale alla Combined Exhibition of Advanced Technologies (Ceatec), la fiera giapponese per eccellenza in fatto di televisori, traccia scenari da brivido. "Oggi Paesi come Stati Uniti, Giappone e aree come l'Europa, assorbono rispettivamente il 25, 14 e 28% del mercato della tecnologia", continua Otsubo. "Questo significa il 67% nel totale. Ma nel 2015 questa quota scenderà al 50% a causa della crescita vertiginosa dei consumi in Cina, India, Russia, Brasile, Vietnam, Nigeria. Se non facciamo qualcosa fra trent'anni avremo finito il rame, fra quindici sarà scomparso l'argento, fra soli sei anni non ci sarà più traccia di indio, il metallo che usiamo per costruire i televisori lcd". Di qui un'idea di tecnologia ecocompatibile, parte di una società che mira ad azzerare le emissioni di gas nocivi nell'atmosfera e capace di razionalizzare e riciclare quel che usa. In una parola cominciare dagli apparecchi hi-tech per costruire la "rivoluzione verde".

Sogno molto giapponese. Qui al tema ambientale ormai sono molto sensibili dopo aver cementificato per anni l'intero Paese, di un mondo migliore perché verde. Fatto di frigoriferi che consumano poco o nulla, di lampadine gestite da sensori che si spengono quando andiamo via, di condizionatori prendono energia da pannelli solari montati sul tetto. Zero emissioni, zero impatto ambientale. Eppure camminando fra i padiglioni del Makuhari Messe, struttura fieristica che ospita il Ceatc, quel che ovviamente si vede sono decine e decine di nuovi schermi che, nelle intenzioni di chi li produce, dovrebbero rimpiazzare quelli che abbiamo comprato da appena qualche anno.

Sony, Toshiba, Panasonic, Sharp, Mitsubishi, apparentemente sono tutte convinte che il 2010 sarà l'anno dei televisori 3d. E allora ecco i che sbarcheranno nei negozi fra una manciata di mesi, dotati di occhialetti più o meno di qualità, e accompagnati dai primi lettori blu-ray 3d. Insomma, all'ambiente bisogna stare attenti, ma sempre continuando a comprare. Non a caso non ci sono solo gli schermi 3d a fare bella mostra di se qui al Ceatc. La Panasonic ha presentato ad esempio un prototipo di tv da 102 pollici con una definizione superiore di quattro volte a quella dei televisori full hd (7680 per 4320 pixel, la cosiddetta 4k). Anche lui alla fine, visualizzando delle immagini tanto dettagliate, sembra quasi riesca a riprodurre oggetti tridimensionali senza costringere nessuno a inforcare gli occhialini.

La Toshiba invece punta sulla sua Cell Tv, mostrata lo scorso anno come prototipo e che nei negozi di Tokyo arriverà entro dicembre. Un televisore da 55 pollici da un milione di yen, che sono quasi ottomila euro. Come mai così caro? Perché ha al suo interno un computer gestito dal processore Cell, lo stesso montato sulla PlayStation 3 della Sony, e hard disk da tre terabyte. Abbastanza spazio da poter registrare in contemporanea otto canali televisivi in alta definizione per oltre trenta ore. Ed è solo una delle tante cose che può fare. Con una potenza di calcolo simile, cercare video sul Web, elaborarli, ordinarli e aumentare la definizione a posteriori diventa un'operazione da pochi millesimi di secondo.

Insomma, forse per la spinta delle major hollywoodiane il 3D sotto sotto sembra quasi un passaggio obbligato nel quale però non tutti credono nella stessa misura. Dunque si lavora anche su altri fronti cominciando dalla spessore dei display, compresi quelli al plasma, sull'integrazione con Internet, su sistemi a raggi infrarossi che rendono inutile il telecomando dato che percepiscono il movimento delle mani. Tutti prodotti più attenti alla qualità dell'ambiente nel quale viviamo, ma soprattutto nuovi. Perché poi alla fine il vero sogno di tutti i protagonisti di questo settore è quello di trasformare il televisore in una sorta di cellulare: dopo due o tre anni va per forza cambiato.

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