sabato 10 ottobre 2009

Ecco dove viveva e cosa mangiava Ardi l' Ardipithecus

Grazie all'analisi dell'abbondanza relativa degli isotopi di carbonio nelle ossa e nei denti di Ardipithecus ramidus è stato possibile ricostruire la sua dieta, concludendo che essa è tipica di una zona di foresta rada

Tra le molte sorprese associate alla scoperta dei più antico scheletro completo di ominide, l'Ardipithecus ramidus annunciata la settimana scorsa, vi è la conclusione che questa specie fece i suoi primi passi verso la deambulazione eretta non nella savana, come ritenuto finora da generazioni di scienziati a partire da Charles Darwin, ma su un territorio di foresta rada.

Per giungere alla conclusione, Stanley Ambrose e colleghi dell'Università dell'Illinois coautori dell'articolo apparso sulla rivista “Science”, hanno analizzato i denti di alcune decine di specie di mammiferi trovati nello stesso strato di suolo dell'Ardipithecus, al fine di ricostruire il suo ambiente.

E uno dei passi cruciali per poter dimostrare che Darwin era in torto è l'analisi degli isotopi del carbonio del suolo e nei denti di Ardipithecus e degli altri animali che vivevano all'incirca nello stesso periodo nella stessa regione.

Com'è noto la massa degli atomi di carbonio nell'atmosfera è variabile, e durante la fotosintesi alberi e l'erba tropicale assorbono differenti proporzioni di carbonio-12, l'isotopo più comune, e di carbonio-13, più raro. Gli isotopi passano nel suolo e negli organismi degli animali che si nutrono di piante, e ciò rende possibile ricostruire accuratamente le proporzioni di erba e alberi nella dieta degli animali che vivevano nella zona.

Ambrose e colleghi hanno analizzato le abbondanze relative degli isotopi di carbonio nelle ossa di 36 esemplari e nei denti di 5 altri di Ardipithecus confrontandoli con altri 172 denti di alcune decine di mammiferi di diverse specie trovati nello stesso suolo.
Secondo i risultati delle analisi a quel tempo il territorio variava da un terreno boschivo nella parte occidentale della zona studiata fino a una prateria intervallata da alberi.

L'analisi dei denti trovati sul sito forniscono un quadro più completo dell'habitat degli animali che vivevano nella zona.

“La distribuzione degli isotopi del carbonio delle piante consente di separare non solo le praterie dalle foreste ma anche gli animali che brucavano a terra, come le zebre, da quelli che si nutrivano delle foglie degli alberi, come le giraffe: la distribuzione dei fossili dei 2,03 picchi animali sono un riflesso dell'habitat presente.”

Ma anche i denti dello stesso Ardipithecus sono eloquenti sulle abitudini e sulla dieta della specie.

“La dieta di Ardipithecus è caratteristica della foresta rada e dei margini della foresta”, concludono i ricercatori. “Nella sua dieta c'è molto più del carbonio dell'ecositema della foresta rada che nello scimpanzé ma molto meno dei loro discendenti, le australopitecine che correvano nella savana.”

Queste prove, insieme con gli studi anatomici che indicano che Ardipithecus era in grado di camminare eretto ma anche di afferrare i rami degli alberi con i piedi, suggeriscono che questo ominide ancestrale fece i suoi primi passi su due gambe nella foresta molto prima che si avventurasse nella prateria aperta.

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