lunedì 12 ottobre 2009

La Terra si fermerà?

Il paleomagnetismo consente lo studio del campo magnetico terrestre del passato. Questo è possibile perché molte rocce conservano una magnetizzazione propria, indotta dal campo geomagnetico esistente al momento della loro formazione.


tempo-stopPer esempio quando una lava si espande in superficie e si raffredda, al suo interno si formano numerosi cristalli di minerali. I principali minerali magnetici contenuti nelle rocce terrestri sono: la magnetite, l’ematite, la maghemite, la goethite, la pirrotina, la greigite.

Questi minerali sono dotati di particolare suscettibilità magnetica infatti sono molto sensibili alla presenza del campo magnetico terrestre che esiste in quel momento e dalle cui linee di flusso sono attraversati, e vengono magnetizzati per induzione; quando la temperatura di quei minerali scende sotto il punto di Curie, la magnetizzazione diviene stabile, e i minerali diventano minuscole calamite permanenti, tutte con il loro piccolo ma sensibile campo magnetico orientato nello stesso modo, cioè parallelamente alla direzione del campo geomagnetico che le ha prodotte e immobilizzate nella roccia consolidata.


La Terra è un grande magnete.

Il fisico inglese Gilbert nel 1600 pubblicò la sua opera “De Magnete” nella quale affermava che “l’intera Terra è un grande magnete” il cui campo agisce sull’ago della bussola orientandola in direzione Nord-Sud. Non tutti i pianeti del sistema solare posseggono un campo magnetico, il nostro ci protegge dal bombardamento delle particelle solari e l’analisi a ritroso nel tempo delle variazioni è affatto semplice.

Le prime annotazioni sui campi geomagnetici partono con l’invenzione di un metodo per misurarli proposta dallo scienziato tedesco Gauss a forza magneticametà del XIX secolo; da allora le misure rivelano che l’intensità del campo magnetico è progressivamente calata dello 0,05 % all’anno e che il suo polo Nord si è spostato di millecento chilometri negli ultimi cento anni, con la possibilità, se si mantenesse l’attuale tendenza, di arrivare in Siberia entro cinquant’anni. Molti scienziati reputano queste indicazioni come prove del prossimo capovolgimento geomagnetico, ma per comprendere cosa capiterebbe, bisogna scandagliare l’interno della Terra.

A circa tremila chilometri di profondità inizia il nucleo del pianeta, composto prevalentemente da ferro, più internamente a circa cinquemila chilometri si trova una zona liquida che al suo interno contiene a sua volta quello chiamato nucleo interno, che è solido a causa dell’elevata pressione. Sia la zona solida che quella liquida ruotano, ma con velocità differenti, tanto che la parte liquida viene trascinata da quella solida e sommate alle differenze di temperatura nei vari strati, le correnti danno vita ad una grande dinamo, come quelle usate sulle biciclette, ma quella terrestre risulterebbe ogni tanto instabile, tanto da generare un’inversione del campo magnetico terrestre.

Secondo i dati riportati nei diari di bordo, che abbracciano una finestra temporale di duecentocinquanta anni a partire dal 1590, emerge che l’intensità dei campi magnetici è calata ad un ritmo quasi sette volte più lento di quello attuale fino al 1840, quando la velocità di riduzione ha subito una brusca accelerazione, come se all’interno della Terra fosse accaduto qualche fenomeno in grado di mutare il comportamento del campo magnetico. In realtà queste variazioni non sono per nulla anomale per scale di tempo geologiche, infatti le rocce fuse eruttate dai vulcani contengono del ferro al loro interno che, a causa dell’alta temperatura, non si può magnetizzare, ma quando queste stesse si raffreddano la loro componente ferrosa si magnetizza “registrando” il campo ma gnetico del momento.

nucleo della terraÈ proprio grazie a queste rocce che gli scienziati sono in grado di studiare il paleomagnetismo, risalendo ad epoche remotissime e scoprendo, appunto, che questo è ben lungi dal rimanere stabile, e che anzi, mediamente ogni trecentomila anni, avviene un’inversione dei poli magnetici della Terra. L’ultima inversione è avvenuta circa 780.000 anni fa, chissà se il campo magnetico terrestre nel futuro continuerà ad indebolirsi fino a scomparire, prima di una prossima inversione dei poli?

Nel Sud dell’Atlantico esiste un’ampia zona nella quale si registra un minimo dell’intensità del campo magnetico rispetto ai valori normalmente registrati alle stesse latitudini, questa anomalia rappresenterebbe una falla nello scudo magnetico terrestre, e anche se al suolo non si registra nessun effetto ha però costretto la NASA ad adottare misure particolari per i satelliti che passano con regolarità su questa zona geografica e che ricevono una maggiore dose di particelle solari con conseguenze negative sulle apparecchiature di bordo e soprattutto per gli astronauti, che debbono essere maggiormente protetti.


La rotazione della Terra subirà una fermata

Secondo alcuni studi, il 21 dicembre del 2012 la rotazione della Terra sul proprio asse subirà una fermata che durerà 72 ore per poi riprendere a ruotare nuovamente nel senso inverso, con la conseguente inversione dei poli magnetici. Questa fermata darà molto probabilmente luogo a eventi climatici e sismici anomali di grandi proporzioni con la conseguente perdita di una cospicua parte dell’umanità.
Questo fenomeno legato al 2012 sembra sia del tutto naturale per la Terra e che, stando al computo del tempo del calendario Maya basato sulla “precessione degli equinozi”, si manifesti con regolarità ogni 12.960 anni. E anche se tutto ciò oggi ci viene taciuto, sembrerebbe noto anche alla scienza ufficiale che sfrutterebbe, tra i numerosi metodi di datazione, proprio l’inversione magnetica terrestre.
Questo rallentamento dell’asse sarebbe già iniziato intorno agli anni sessanta, un rallentamento iniziale di portata sicuramente infinitesimale, ma che comunque è stato taciuto dalla scienza ufficiale. Questa lenta frenata non avrebbe un andamento lineare ma bensì esponenziale, cioè con un inizio molto lento ed una fase finale molto accentuata.

Gli eventi che accompagneranno tutto ciò saranno di carattere sismico e meteorologico. Il clima subirà un temporaneo sconvolgimento, si potranno avere piogge e venti di grande entità, i mari e gli oceani potrebbero straripare dai loro attuali confini in conseguenza alla repentina frenata della rotazione e all’assestamento della crosta terrestre, cosa quest’ultima che darà origine inoltre a eventi tellurici e vulcanici di grandi proporzioni.

A influenzare l’asse di rotazione terrestre sembra centri l’avvicinarsi del Pianeta X o Decimo Pianeta che orbiterebbe (come in un sistema binario) intorno a due Soli. Uno di questi soli e il nostro, l’altro non saremmo in grado di vederlo perché sarebbe una Nana Bruna o stella di neutroni.

Il Pianeta X sembra sia stato scoperto nel 1983 dal telescopio orbitale denominato IRAS - (Infrared Astronomical Satellite - Satellite Astronomiconibiru_sistema solare ad Infrarosso). Il misterioso corpo celeste provocò perplessità tra gli astronomi che non furono in grado di stabilire se fosse effettivamente un pianeta, una cometa gigante, o una vicina protostella che non s’era riscaldata abbastanza da diventare una stella, o una galassia distante così giovane da essere ancora in fase di formazione.

Zecharia Sitchin, studioso di lingue semitiche ed esperto della civiltà sumera sostiene che i testi sacri dei popoli antichi non sono frutto di creazione fantastica, ma confusa memoria di fatti realmente avvenuti, nel saggio “Il pianeta degli dei”, partendo dall’esame di iscrizioni in caratteri cuneiformi, tra cui il famoso sigillo cilindrico catalogato col n. VA243 e conservato attualmente al museo di Berlino, sostiene che i Sumeri conoscevano quello che per loro era il dodicesimo pianeta (considerando pianeti anche il sole e la luna) già seimila anni fa. Lo chiamavano “Nibiru”, pianeta dell’attraversamento, dell’incrocio, e dicevano che gira intorno al sole, con orbita contraria, descrivendo una elissi molto allungata che lo riporterebbe in prossimità di esso, e della terra, ogni 3600 anni.

Nei primi mesi del 2008 il sito “Project Camelot” ha divulgato le rivelazioni di un presunto politico norvegese (di cui si assicura l’esistenza, ma non si fa il nome) secondo il quale i governi mondiali si starebbero preparando in segreto a far fronte ad una catastrofe imminente prevista per il fatidico 2012 e determinata dall’avvicinarsi alla Terra del Pianeta X. Starebbero infatti creando installazioni sotterranee dove solo un’elite troverà rifugio. La Norvegia avrebbe iniziato a stipare cibo e sementi nell’area delle Svalbard, e si starebbero anche costruendo rifugi in grado di garantire la sopravvivenza a circa 2.000.000 di norvegesi su 4.600.000. Dell’Arca che si sta costruendo nell’area delle Svalbard ne ha parlato in un articolo anche La Repubblica del 27 Febbraio 2008.
Il Politico norvegese dice che la gente comune non saprà nulla fino alla fine, perché i governi non vogliono creare il panico, quelli che si salveranno nei rifugi avranno il compito, una volta che si sarà ultimato il passaggio del Pianeta X, di ricostruire tutto ciò che è stato distrutto, infatti quelli che saranno prescelti per andare nei rifugi sono, scienziati, dottori, ecc. e sarà preferita la gente giovane per garantire il continuo della specie umana.



Unione Morale Sociale Operativa Internazionale
UMSOI

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