
E' quanto emerge dalla ricerca pubblicata questa settimana sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, e coordinata dall'italiano Giacomo Briani, che sta completando la tesi di dottorato tra il dipartimento di Astronomia e Scienza dello spazio dell'universita' di Firenze e il Laboratorio di Mineralogia del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi.
Analizzando l'inclusione di materia indicata con la sigla PX-18 presente nel meteorite di Ishetevo, in Russia, il gruppo di Briani ha scoperto un'abbondanza insolita di isotopi di azoto simili a quelli presenti nelle molecole organiche osservate in comete o in altre meteoriti. "I nostri risultati al momento non hanno una spiegazione sufficiente a livello globale", osserva Briani.
"Il problema - spiega - e' che finora queste anomalie sono state interpretate come dovute al fatto che erano presenti in materia ereditata direttamente da materiale interstellare, ma i dati relativi al frazionamento dell'azoto chiamano in causa processi di tipo differente". Ad esempio, quando il Sistema Solare si stava formando potrebbero essere entrati azione processi chimici o fisici dovuti, per esempio, all'interazione dei gas con la luce solare.
Si e' aperto, insomma, un grande punto interrogativo su processi e meccanismi che hanno modellato gli elementi 4,5 miliardi di anni fa, quando il Sistema Solare stava nascendo. "Continueremo a fare misure di altro tipo per analizzare i valori che abbiamo osservato, ad esempio - conclude Briani - per verificare se la loro origine sia dovuta a storie di impatti o ad altri tipi di shock".
(fonte ANSA - http://www.ansa.it )
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