lunedì 22 giugno 2009

La Wii in carcere per recuperare i detenuti

File:Wii Wiimotea.png

FIRENZE – Anche una macchina da gioco può aiutare i carcerati. Se poi la «consolle» è un po’ speciale come la Wii di Nintendo, l’effetto realtà aumenta e si può avere la sensazione di correre all’aperto, giocare a tennis, fare esercizi in una palestra attrezzata con tanto di tutor. Per la prima volta in Italia, la Wii sarà sperimentata in un luogo di reclusione: l’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino, in Toscana. Lo prevede un progetto del Cesvot (Centro servizi volontariato Toscana) al quale collaborano i volontari Lupi del Monte un gruppo che opera all’interno dell’ospedale psichiatrico da una decina di anni e si occupa prevalentemente di sport.

«All’interno dell’Opg abbiamo, per esempio, realizzato due corsi di formazione per allenatori volontari di calcio e pallavolo – spiega Cristina Dragonetti – con lezioni teoriche (alla presenza di psicologi) e pratiche facendo giocare gli iscritti a pallone insieme agli internati». E la Wii che cosa c’entra? «In autunno partiremo con un progetto che prevede l’uso delle prime consolle – continua Dragonetti – e pedane, ovvero i dispositivi che si collegano via wireless alla macchina da gioco e garantiscono un’interazione anche con il corpo». La Wii, secondo il progetto, dovrebbe garantire una maggiore attività sportiva anche nei giorni di pioggia quando non si può uscire, ma soprattutto offrire agli internati un’agenda di impegni per tenersi in forma fisicamente. Cosa estremamente importante anche a livello psicologico in un regime di reclusione.

«L’attività motoria impegna sul piano della responsabilizzazione – spiega Franco Scarpa, direttore sanitario dell’Opg di Montelupo -. La consolle, con il programma di forma fisica, per esempio, richiama impegni, ti aiuta a curare lo stato di forma. E’ importante in una struttura come questa. A ottobre, poi, vedremo come è possibile sfruttare al meglio le potenzialità di questa macchina da gioco». La Wii offre una maggiore interazione virtuale tra uomo e macchina. Grazie a particolari sensori i joystick si muovono davanti alla consolle simulando di volta in volta strumenti diversi, quali per esempio racchette da tennis, guantoni per il pugilato. Una pedana, via wireless, dà poi la possibilità di «correre», fare esercizi fisici, avere la sensazione di essere sopra uno snowboard su montagne bianchissime o di partecipare una gara di salto. A Montelupo ci sono 182 internati. L’80% sono stati condannati per reati contro le persone (omicidi o lesioni) ma allo stesso tempo i giudici li hanno dichiarati infermi o seminfermi di mente. Sono 120 invece i dipendenti della struttura gestita dal ministero di grazie e giustizia e dal servizio sanitario nazionale.

Marco Gasperetti

FONTI: www.corriere.it

Nessun commento:

Posta un commento