
I VANTAGGI DEL FUOCO - «Le scimmie cominciarono a trasformarsi in umani e la specie dell’Homo Erectus è emersa 2 milioni di anni fa per un motivo fondamentale - teorizza Wrangham -, abbiamo imparato a domare il fuoco e a cucinare i cibi». Carni e vegetali cotti sono molto più facili da digerire di quelli crudi; l’energia così risparmiata nella digestione venne trasferita dall'organismo dei primi ominidi al loro cervello, provocandone un aumento di superficie e capacità intellettuale. «Quest’energia in più ha dato ai primi cuochi significativi vantaggi biologici - scrive lo studioso -. Che li aiutarono a riprodursi meglio di prima, moltiplicando i propri geni».
IL RUOLO DELLE DONNE - L'abitudine di consumare i pasti attorno al fuoco avrebbe inoltre insegnato ai nostri antenati come socializzare con i propri simili, temperando la loro natura aggressiva. Ma la nascita della cucina avrebbe avuto anche un effetto collaterale: la condanna del sesso femminile a un ruolo subalterno rispetto ai maschi. Meno forti fisicamente, le donne furono probabilmente destinate alla cottura dei cibi, attività stanziale che richiedeva tempo. Non potendo più muoversi, le femmine persero autonomia e furono costrette a contare solo sui loro compagni per procurarsi gli alimenti. Fu probabilmente allora, conclude Wrangham, che nacque l'istituzione del matrimonio. “Non per ragioni sentimentali, ma per rispondere a un'esigenza di protezione”. Alla fine, secondo Wrangham – che ha studiato in Tanzania con la leggendaria etologa Jane Goodall - l’’uomo cuoco’ è stato ben fondamentale dell’’uomo cacciatore’. “Mangiare carne ha avuto un impatto minore che cucinarla”, afferma, ricordando in un capitolo come famosi naufraghi ed esploratori quali Thor Heyerdahl e Alexander Selkirk, (ispiratore di Robinson Crusoe) sopravvissero proprio perché usarono il fuoco per cuocere i loro cibi.
fonte -www.corriere.it
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