sabato 23 maggio 2009

Il mistero della Sindone


La Sindone è uno degli oggetti misteriosi meglio conservati in assoluto, che ha ingiustamente perso di fascino a causa di un analisi errata.

Infatti è accertato che il Radiocarbonio abbia errato nel dare la dotazione medioevale, semplicemente perché fu analizzato il frammento di un rattoppo fatto alla Sindone in seguito a uno dei tanti incendi che hanno caratterizzato la sua storia.

Le ferite riportate dal corpo coincidono con quelle della tortura da crocifissione romana del I secolo d.C., poi vi sono le ferite della corona di spina e della lancia. È una sepoltura giudaica antecedente al 70 d.C., perché il cadavere non è stato lavato prima per essere avvolto. Molti altri particolari coincidono da quelli narrati nel Vangelo. Studiosi riferiscono che su 200 miliardi di ipotetici individui crocifissi, solo uno avrebbe potuto possedere le stesse caratteristiche comuni a Gesù e all’uomo della Sindone. Inoltre sulla palpebra degli occhi sono state scoperte due monete romane coniate nel 29 d.C. (era una consuetudine ebraica). Tra le altre cose, ci sono delle scritte identificative recanti le parole “Gesù” e “Nazareno”.

Il mistero dell’impronta si cela nel momento della resurrezione, che causò una radiazione protonica che formò l’impronta nel lino. Dunque l’immagine della Sindone è il risultato di una scarica protonica (proveniente dall’alto, visto l’impronta lasciata nel lino) che fu la causa della resurrezione. Tale teoria è stata supportata da degli esperimenti fatti da alcuni scienziati. Tutti i particolari sulla Sindone, compreso il sangue, sono stati impressi a proiezione, mediante un'irradiazione di "luce metafisica", pienamente compatibile con una radiazione protonica.

Scienziati come Thomas Philips della Harvard University e il professor Jean Baptiste Rinaudo hanno replicato il processo di radiazione energetica, bombardando con protoni un lino all'interno di un acceleratore di particelle. In breve, i risultati portano alla conclusione che il corpo avvolto dalla Sindone sia stato bruciato da una radiazione protonica.

Il professor E. Lindner ha dichiarato che una radiazione elettronica omogenea e perpendicolare al corpo sia stata generata sul cadavere, generando così l'impronta, e tale fatto è compatibile con tutti gli studi fatti finora sulla Sindone.

Si può persino dire che l’analisi oggettiva dei dati disponibili ci permette di capire come resuscitare un corpo (nell'ipotesi che il procedimento che ha formato la Sindone abbia realmente portato alla resurrezione di Gesù)..

Infatti, secondo i risultati dell’analisi della Sindone e secondo le scritture dei Sumeri sugli Annuaki, per resuscitare un morto bisogna applicare dall’alto scariche energetiche sul cadavere. C’è bisogno di un acceleratore di particelle ed un forte campo magnetico, per generare una scarica protonica (bombardamento di protoni). In pratica si tratta di bruciare un corpo con una radiazione protonica, che deve essere omogenea e perpendicolare al corpo.

Ovviamente non è neanche necessario dire chi potesse avere una tecnologia così avanzata circa 2000 anni fa.

 

Il Volto Santo di Manoppello che si sovrappone alla sindone

 

Il Santuario del Volto Santo di Manoppello custodisce un telo antico che porta impresso un volto strettamente collegato a quello della Sindone. Lo studio sull’immagine impressa rivela che non è stata impressa per tessitura, non è dipinta, ed è simile ad una foto-impressione moderna. Quello che però più impressiona è la perfetta sovrapposizione dell'immagine con quella sulla Sacra Sindone.

Nell'immagine del volto sulla Sindone sono rintracciabili le pieghe del telo del Volto Santo di Manoppello, nonché altri elementi decisamente importanti. Infatti, le ferite, le macchie di sangue ed i particolari del Volto Santo di Manoppelo sono gli stessi di quelli del volto presente sulla Sindone.

Alcuni studi sul Volto Santo di Manoppello mostrerebbero che la sua formazione è spiegabile per la proiezione, mediante un'irradiazione di "luce metafisica", del volto di Cristo. Tale telo, durante la sepoltura di Gesù, sarebbe stato posto a contatto diretto con la Sindone all'altezza del capo.

Gli occhi del Cristo del Volto Santo di Manoppello  sono vivi e rivolti verso una fonte luminosa, che dovrebbe essere quella che ha prodotto la resurrezione. La fonte luminosa è rintracciabile anche sulla Sindone ed è più evidente con la sovrapposizione delle immagini, in quanto ci sono dei particolari nascosti dal riflesso di luce impresso nell'immagine. Il riflesso è osservabile nella Sindone come chiarore, ed alcune ferite che sono visibili nel Volto Santo di Manoppello, nell'immagine sindonica o non compaiono, o sono solo parzialmente percepibili, appunto perché il riflesso impresso le ha nascoste. Il riflesso è anche causa della mancata impressione dell'immagine su alcune parti del volto.
In breve, lo stesso fenomeno che ha creato l'immagine della Sindone ha creato, nello stesso istante e sullo stesso individuo, anche l'immagine del Volto Santo di Manoppello.  Anche questa immagine è compatibile con la tesi che vi sia stata l'emissione di una 
radiazione protonica omogenea e perpendicolare al corpo. Ed anche qui non è neanche necessario dire chi potesse avere una tecnologia così avanzata circa 2000 anni fa.

 

Si tratta di Gesù o di un antico falso tecnologico?

 

Studi dimostrano la presenza di esseri non di questo pianeta che da sempre interferiscono ripetutamente con la religione, spesso e volentieri creando eventi miracolosi. Tali esseri posseggono una tecnologia in grado di creare reperti uguali a quelli precedenti.

Molti indizi mostrano che gli esseri in questione non conobbero personalmente Gesù Cristo ma decisero successivamente di appoggiare la religione cristiana come strumento per educare l'uomo. Quindi è probabile che nel medioevo, o poco prima di questo, tali esseri crearono i due reperti di cui di parla in questa pagina, modellandoli sull'immagine di Gesù che gli esseri umani credevano che avesse, ovviamente rispettando anche i dettagli della passione di Cristo, perfino da un punto di vista storico.

Invece, nell'ipotesi che Gesù sia realmente risorto secondo il Vangelo, allora non vi sarebbe dubbio che i due reperti siano realmente quello che appaiono, cioè la proiezione del volto e del corpo di Cristo nel momento in cui veniva fatto risorgere tramite l'irraggiamento di "luce metafisica".

 

Le foto dei due reperti di cui si parla possono essere viste verso la fine di una mia galleria a cui si può accedere cliccando QUI

 

Nota: quest'articolo presuppone che la Sindone e l'altro reperto siano autentici e non dei falsi medioevali.


Fonte: http://alieniemisteri.altervista.org



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